Buon Lunedì!
La storia di oggi, racconta di un’anziana donna di Rapallo, accusata di stregoneria e arsa sul rogo in piazza Banchi nel 1630.
Il suo nome era Cattarina Manola, ma in paese era conosciuta come la Cagna Corsa.
Dopo aver raccontato le vicende di demoni, fantasmi, di un di boia e di un cimitero sotterraneo ci mancava pure la strega…
Ebbene si…Anche la Superba non si sottrae alla paura e l’isterismo verso le streghe e i loro riti esoterici.
Le dicerie sulla strega
La vicenda inizia a Rapallo, il più grande comune del golfo del Tigullio.
Cattarina Manola, era una donna anziana di origini corse. Abitava nel borgo ligure dove viveva di espedienti ed elemosina.
A causa del suo mendicare e dell’abitudine ad importunare i passanti, la donna era mal vista in paese.
Su di lei giravano alcune voci: sembrava che praticasse atti di stregoneria ai danni dei bambini.
L’inquisizione
Il capitano di Rapallo, Emanuele Da Passano, messo a conoscenza di queste dicerie, il 6 luglio 1630, scrisse una lettera al Senato di Genova, chiedendo l’arresto della donna per accattonaggio e stregoneria.
Cattarina, fu condotta alle carceri di Rapallo per l’inquisizione, dove furono raccolte testimonianze per accertare le accuse.
Le testimonianze
Tra le deposizioni più interessanti, quelle di Giuseppe Orata e Nicolò Multedo.
Il primo, un uomo sulla trentina, aveva incontrato la donna due anni prima.
Mentre teneva in grembo il figlio di cinque mesi, Cattarina gli si era avvicinata per chiedergli di che sesso fosse il bambino. La risposta dell’uomo, non era stata un esempio di educazione: “È un canchero che ti mangi!” aveva strepitato Giovanni.
La settimana successiva, il bambino morì. La cosa inquietante fu che sulle gambe del bimbo comparvero i segni di due mani, con i pollici che cingevano il ventre.
Anche Nicolò Multedo, perse il figlio dopo l’incontro con la donna.
Quattro anni prima, l’anziana mendicante aveva fatto tre richieste alla moglie dell’uomo: castagne, olio e fichi. Al rifiuto della giovane, Cattarina se ne andò via maledicendo la donna.
Poco dopo quell’episodio il figlio di Nicolò perse tre gocce di sangue dal naso e morì alle tre del terzo giorno della settimana.
Sulla gola del pargolo apparve l’impronta nera di tre dita di una mano. Il numero tre, come le tre richieste di Cattarina (olio, fichi e castagne), si era ripetuto tragicamente: tre gocce di sangue, la morte avvenuta alle tre del terzo giorno della settimana e il segno sulla gola del bambino: tre dita. Solo coincidenze?
Non secondo gli inquisitori.
La messa al rogo
A seguito delle testimonianze, Cattarina, incriminata e portata a Genova, viene arsa sul rogo in Piazza Banchi.
Ancora oggi si dice che in mezzo alla piazza si trovi la mattonella su cui è stata bruciata la cagna corsa.
È una mattonella più scura delle altre, una mattonella che si mormora sia ancora calda, scaldata dalle fiamme della superstizione e della paura.
Con la speranza di averti regalato un momento piacevole di lettura, ti invito a seguire il mio blog! 🙂
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