La storia di oggi racconta gli orrori della casa dello studente. Quello che ai giorni nostri è un edificio dell’Università di Genova che ospita studenti da tutto il mondo, un tempo era conosciuto come “la casa del martirio”
Tutto ebbe inizio durante la seconda guerra mondiale ai tempi dell’occupazione tedesca.
I nazisti avevano preso possesso dell’edificio di Corso Gastaldi (che ospitava il gruppo universitario fascista genovese) facendone la sede della gestapo, la terribile polizia segreta del Reich.
La Casa del Martirio
I tedeschi divisero l’edifico in due sezioni:
- Spionaggio industriale e commerciale
- lotta a comunisti, partigiani, ebrei, clero
- spionaggio offensivo
La seconda sezione aveva altre sottosezioni: ufficio controspionaggio; reparti anti partigiani, ebrei, comunisti, criminali; spionaggio cittadino e carcere
Carcere
Proprio nel carcere furono compiute le peggiori nefandezze. Nei cunicoli sotterranei i prigionieri venivano stipati in loculi troppo bassi per stare in piedi e costretti a dormire vicino ai propri escrementi. A questo si aggiungevano le torture: urla di dolore risuonavano nei corridoi.
Una delle vittime più celebri fu l’infermiera partigiana Stefanina Moro a cui è stata dedicata una via nel quartiere di Quezzi. La giovane diciassettenne catturata dai nazifascisti e rinchiusa nella casa dello studente morì in seguito alle torture il nove ottobre del 1944. Non rivelò mai i nomi dei suoi compagni.
Il boia
Il principale artefice delle sevizie era il tenente colonnello Friederich Wilhelm Konrad Siegfried Engel, meglio conosciuto come “il boia di Genova“.
L’ufficiale nazista è stato uno dei responsabili delle stragi di Benedicta, del Turchino, di Portofino e Crevasco. Nonostante le molteplici condanne il boia di Genova non scontò neanche un giorno di carcere e morì all’invidiabile età di 97 anni.
Il tenente colonnello Engel e le sue milizie utilizzavano i più atroci metodi di tortura per fare estorcere alle vittime delle confessioni. Mazze per spaccare le ossa, pinze per asportare le unghie, scosse elettriche e annegamenti.
A causa delle sevizie molte persone persero la vita in quel luogo oscuro: personaggi contrari al regime e soprattutto partigiani che sparirono senza lasciare traccia. Gli aguzzini bruciavano i corpi nelle caldaie dell’edificio.
La targa commemorativa
I tedeschi abbandonarono la casa dello studente il 3 aprile 1945. La guardia Nazionale Repubblicana prese l’edificio in custodia prima di restituirlo all’università.
I sotterranei della casa dello Studente furono murati e venne posta una targa commemorativa che recita:
“I martiri qui sofferenti per la giustizia la ricordano Casa delle torture ove la barbarie fu vile nella ferocia. I posteri memori delle cure e dei dolori la consacrano Tempio della Patria redenta e libera per il sacrificio dei figli.
La città di Genova nel LXXIV anniversario della morte di Giuseppe Mazzini – X marzo MCMXLVI
Pensare che quello che oggi è un luogo dedicato alla cultura, un tempo, neanche troppo lontano, è stato il teatro di alcuni tra i peggiori crimini che l’uomo possa commettere verso i suoi simili fa riflettere. Purtroppo anche al giorno d’oggi sembra che il genere umano non sia in grado di imparare dalle lezioni del passato. Questa è sicuramente la cosa più triste.
Spero che l’articolo ti sia piaciuto 🙂 Ultimamente ho dedicato più spazio ai consigli sulla gestione degli appartamenti anche per sponsorizzare il mio primo libro “Guida Galattica per Host“, me devo dire che scrivere storie su Genova mi appassiona sempre!
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