Con questo breve post, voglio spiegarti “come decidere il soggiorno minimo“.
Se lavori da tempo nell’extra alberghiero, saprai quanto impegno richiede gestire una struttura ricettiva.
L’alternanza di ospiti, soprattutto in alta stagione, può rivelarsi veramente complicata se sprovvisti di un’ organizzazione efficiente.
La consegna delle chiavi, i tempi per le pulizie, la gestione della biancheria, sono fattori che vanno messi in conto quando si propongono affitti brevi.
Per questo motivo, molti host, impostano un “soggiorno minimo“.
Soggiorno minimo
Per chi si affaccia per la prima volta a questo mestiere, il soggiorno minimo rappresenta il numero minimo di notti che il guest può prenotare in una struttura.
Gli alberghi che hanno un’organizzazione imprenditoriale possono permettersi di offrire un soggiorno minimo di una notte.
Al check out, un addetto alle pulizie preparerà la camera in vista del prossimo check in.
Questa politica non sempre è attuabile in una Casa Vacanze o in un altro tipo di struttura ricettiva extralberghiera, dove magari l’host svolge un altro lavoro, non ha il tempo di preparare la casa ogni giorno o semplicemente, vive o lavora in un’altra città.
Come decidere il soggiorno minimo
Per decidere il soggiorno minimo è quindi opportuno capire con che frequenza si vuole affittare.
Se non hai la pretesa di affittare con continuità, potresti optare per un soggiorno minimo più lungo, tre, quattro giorni, o anche una settimana.
La gestione sarà meno impegnativa, anche se probabilmente il tasso di occupazione sarà inferiore, rispetto a chi affitta con soggiorni minimi inferiori.
Se scegli una gestione frequente, i tempi tra un soggiorno e l’altro, saranno minori: tre giorni, due, o anche una sola notte.
Per decidere il soggiorno minino è necessario valutare tre fattori: il tempo, la reperibilità e l’organizzazione.
Il tempo. Quanto tempo hai da dedicare alla tua attività? rispondere a questa domanda ti permetterà di capire la frequenza con cui affittare e il relativo soggiorno minimo. Se il tempo a disposizione è poco, una gestione frequente, risulterà inattuabile. Al contrario se decidi di fare l’host come lavoro, potrai gestire check in più ravvicinati.
Reperibilità. Avere tempo non basta, per lavorare in quest’ambito in maniera professionale occorre essere reperibili h24. Può succedere che gli ospiti abbiano un problema e tu dovrai essere lì, pronto a risolverlo.
Questa settimana ad esempio, un’ospite è rimasta chiusa in casa. La serratura si era inceppata e la chiave non funzionava. Nonostante, fosse sera e stessi cenando, sono dovuto andare ad aiutarla a risolvere il problema.
Avere un soggiorno minimo di una notte aumenterà le chance di ricevere prenotazioni, ma anche di avere problemi!
Organizzazione. L’ultimo fattore da tenere in considerazione è l’organizzazione. Per poter offrire soggiorni minimi di una notte (quindi, a livello alberghiero), occorre essere organizzati in modo professionale. È consigliabile, avere almeno un addetto alle pulizie e accordarsi con una lavanderia a noleggio per la consegna della biancheria e il ritiro dello sporco. Inoltre, a meno che tu non possieda il dono dell’ubiquità, sarebbe opportuno avere una persona che possa fare i check in al posto tuo, in caso di emergenza: il co – host.
Il soggiorno minimo di una notte conviene?
Secondo booking.com, circa il 45% dei soggiorni (se non sbaglio) è di una notte. Rinunciare a questo business è un peccato. D’altro canto, offrire soggiorni minimi di una notte implica una gestione molto impegnativa, soprattutto in alta stagione.
Possedere i 3 requisiti che ho citato prima, non basta, occorre valutare se il gioco vale effettivamente la candela.
È necessario, fare un’analisi costi/benefici, e determinare se il tempo e le risorse impiegate, saranno effettivamente ripagate.
Il mio consiglio è inserire una maggiorazione di prezzo per chi prenota per una sola notte, in modo da giustificare il maggior lavoro.
Valuta tu il da farsi. Siti come booking.com e offrono la possibilità di impostare dei piani tariffari specifici per i soggiorni di una notte, in cui puoi stabilire un incremento di prezzo.
In questo modo, renderai dinamica la tua offerta, permettendo la prenotazione di una notte (cosa che non tutti fanno) e allo stesso tempo non “smadonnerai come un portuale”, perché avrai il giusto ritorno economico 🙂
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PS: Se hai dei dubbi sulla gestione di un appartamento, non esitare a contattarmi, sarò felice di risponderti!