Una volta i campanili di Genova scandivano gli eventi ecclesiastici e, sia nelle città che nelle campagne, accompagnavano la vita di ognuno. Al giorno d’oggi le loro melodie non sono più memoria di tutti, forse solo l’Angelus che veniva e viene tuttora eseguito al calar del sole.
L’arte del campanaro oggi a Genova è più che altro una storia da raccontare.
In loro onore è stato chiamato “Piazza Valoria” lo spiazzo tra Via Canneto il Lungo e Via Giustiniani, ove una volta si trovavano le abitazioni dei campanari del Duomo, certi Valauri o Valori campanari di S. Lorenzo e stipendiati dal Comune.
Le corde che cadevano fino al piano terra passando da un piano all’altro del campanile tramite fori nei pavimenti oggi sono state sostituite da campane automatizzate, quasi sempre con il sistema a telebattente, che percuote la campana dall’esterno anziché con il battaglio dall’interno, unito al sistema motorizzato delle ruote per il suono a distesa.
Nonostante questo i campanili di Genova mantengono un loro particolare fascino.
Ad oggi nel centro storico di Genova sono rimasti molti campanili che però non sono accessibili al pubblico, guardano dall’alto la Superba, un solido occhio vigile sul centro storico della città.
Tra i più visibili il Campanile di San Giovanni di Pré a lato della Commenda, il Campanile di San Vittore -unica parte ancora visibile dall’esterno dell’antica chiesa di San Vittore distrutta ed inglobata nel palazzo sito tra Palazzo Reale e Via Gramsci-, e il Campanile di San Marcellino incastonato Sottoripa.
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