Il week scorso sono andato alla scoperta di Forte Monteratti.
Dopo una piacevole camminata per un sentiero da cui si poteva ammirare un paesaggio spettacolare, fatto di mare e monti, sono giunto nei pressi del bastione, dove la curiosità mi ha portato a fare luce sulla sua storia.
Si tratta di un’imponente struttura militare edificata dal governo sabaudo tra il 1831 e il 1842 per presiedere l’omonimo promontorio.
Cenni storici
Le prime fortificazioni sul Monteratti furono costruite nel 1747, ai tempi della guerra di successione austriaca.
Per gli appassionati di storia genovese, quegli anni culminarono con la rivolta del 1746, innescata dalla pietra lanciata dal Balilla.
L’esercito austriaco occupò il promontorio sino alla controffensiva genovese, che portò alla riconquista delle ridotte il mese successivo.
Nel 1800 gli austriaci presero nuovamente possesso delle fortificazioni sul Monte Ratti, ed anche in questa occasione furono scacciati, questa volta dall’esercito francese, che aveva occupato la Repubblica di Genova.
La costruzione del forte
Nel 1815, Genova passa nelle mani dei Savoia e nel 1817, il governo sabaudo decide di costruire una serie di torrioni a difesa del promontorio.
Sull’estremità occidentale iniziano i lavori per Torre Monteratti, la gemella di Torre Quezzi.
Due anni dopo, nel 1819, comincia l’edificazione di altri due baluardi difensivi a pianta circolare: Torre Serralunga e Torre Montelongone.
Entrambe le costruzioni non furono mai completate, ma ancora oggi si possono ammirare i resti.
Torre Serralunga doveva affacciarsi su Sant’Eusebio, sul crinale est, mentre Montelongone avrebbe presieduto il lato sud.
Il forte vero e proprio viene costruito tra il 1831 e il 1842, ad opera del genio del Regno di Sardegna.
La costruzione occupò quasi la totalità dei 250 metri di lunghezza della cima del promontorio, inglobando la preesistente Torre Monteratti.
Caratteristiche
Monteratti, si trova a 560 metri sul livello del mare, occupa la spianata dell’omonimo promontorio ed è lungo quasi 250 metri.
La linearità dell’edifico lo rende completamente diverso rispetto agli altri forti genovesi, facendolo assomigliare ad una grande caserma.
È costituito da due ali divise da un bastione centrale.
Nella parte centrale è stata realizzata la sezione dei servizi: cucine, lavanderia, latrine, mentre al piani superiori si trovavano gli alloggi degli ufficiali.
L’ala di ponente era utilizzata come prigione, mentre nell’ala di levante, a sinistra, erano ubicati i magazzini per l’approvvigionamento delle munizione per l’artiglieria.
I piani superiori, contenevano le camerate per ospitare soldati e sottoufficiali.
“Gli ospiti”
Sono numerosi gli “ospiti” che hanno occupato il forte.
Dall’esercito papalino, ai rivoltosi, durante i moti del 1848, ai prigionieri austriaci, per arrivare al Regio Esercito, sino alla Whermacht.
Curiosità
Il carcere
Durante la Grande Guerra il forte venne trasformato in una prigione, dove furono reclusi i soldati austriaci.
Le scritte sulle pareti
Il lato sinistro del forte ospitava le prigioni. Sui muri delle pareti, ancora oggi, è possibile notare scritte come: “beato chi punendo consola“.
Le ridotte
Prima della realizzazione del forte, sul promontorio vennero edificate delle ridotte. Si tratta di fortificazioni secondarie facenti parti di un sistema difensivo più ampio.
Il nome del forte
Il nome del forte e del monte, deriva dalla famiglia Ratti, un’antica dinastia proprietaria dei terreni su cui è stata eretta la struttura..
La postazione contraerea
Tra il 1935 e il 1938, Monteratti diventa una postazione contraerea. Per garantire una migliore visuale all’artiglieria l’esercito decise di demolire la torre centrale.
Il restauro dei forti
Il restauro e la riqualificazione dei forti Genova e del parco delle Mura è stato inserito nel Recovery found.
Stando a quanto riportano i media locali, il comune riceverà 70 milioni di euro per realizzare il progetto.
Non sappiamo se l’ambizioso programma andrà in porto, cosa verrà realmente fatto e quali forti verranno restaurati.
Per quanto riguarda Monteratti, la struttura è in completo stato di abbandono, con muri, pavimenti e tetti pericolanti.
Recovery found o meno, Il comune dovrebbe fare qualcosa per mettere in sicurezza l’opera e valorizzare questo patrimonio storico.
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