Buon lunedì!
“Possiamo dire che questo è un anno di crescita e addirittura vantaggioso soprattutto per i viaggi e gli spostamenti, fra gennaio e maggio avrete una bellissima situazione…”
Si esprimeva così il mitico Paolo Fox, l’astrologo preferito da mia madre, che nel dicembre 2019 lanciava la più grande gufata della storia dell’umanità.
In effetti è stato un anno di crescita, nel senso che davanti alle difficoltà siamo dovuti crescere velocemente.
Poi c’è stato anche chi si è divertito a cantare dai balconi e fare il pane, vedendo il lockdown come una “bellissima situazione”. Non il sottoscritto…
Ad ogni modo, finalmente ci siamo lasciati alle spalle questo nefasto 2020. Ciò non significa che le cose cambieranno dall’oggi al domani, ma almeno a livello simbolico e per i fan dell’astrologia entriamo in un nuovo anno, il 2021.
Tra marzo e giugno, durante il primo lockdown, ho provato a ipotizzare come sarà il turismo nell’era post Covid, pubblicando articoli e interviste.
Ora, a gennaio 2021 è tempo di fare bilanci e riflessioni sull’anno appena trascorso.
I dati Istat
Qualche giorno fa l’Istat ha rilasciato un comunicato sui dati legati al movimento turistico in Italia nei primi nove mesi del 2020.
Come mi aspettavo, il rapporto non è stato incoraggiante e ha rispettato più o meno le previsioni.
Secondo i rilevamenti, la presenza di clienti nelle strutture ricettive nel trimestre “luglio-settembre 2020” è diminuita del 40% circa rispetto al 2019.
La flessione è stata causata principalmente dal calo dei turisti stranieri, vicino al 60%.
Sempre secondo l’istituto nazionale di statistica, a diminuire drasticamente sono stati anche i viaggi di lavoro. In questo senso il famigerato smart working ha colpito duramente facendo registrare una riduzione del 59% nei primi nove mesi del 2020.
Meno drammatica la situazione delle vacanze degli italiani che ha visto una diminuzione dei viaggi del 23%. Percentuale comunque importante.
La mia esperienza personale
Dati Istat a parte, vorrei condividere la mia esperienza lavorativa personale post lockdown.
Nel trimestre “luglio-settembre 2020“, al termine delle restrizioni, ho ripreso a lavorare con un tasso di occupazione superiore all’80%.
“Aperti i cancelli”, la gente, stanca e rinchiusa da mesi, ha ripreso a viaggiare: “Fuck Corona Virus“!
Le principali differenze che ho riscontrato riguardano:
- La riduzione dell’età media degli ospiti che si aggirava tra i 20 e i 35 anni.
- Un calo dei viaggiatori stranieri.
- Un aumento delle richieste per soggiorni più lunghi.
Probabilmente la paura del Covid ha influito sugli spostamenti dei viaggiatori delle fasce di età più alte. Il calo dei visitatori stranieri è stato inevitabile viste le maggiori difficoltà a viaggiare, fattore che presumibilmente ha spinto i turisti a soggiornare per periodi più lunghi nella stessa località.
Cosa ci aspetta in futuro?
Prevedere cosa ci riserverà il futuro è davvero difficile. Nelle interviste postate sul blog, Massimo Barbato di Asso Extra Alberghieri e Domenico Palladino, giornalista esperto di marketing e turismo, hanno delineato un turismo più costoso, non adatto a tutti. Le visite dei grandi gruppi diminuiranno e saranno principalmente coppie e poche famiglie a sperimentare l’essenza del viaggio.
Il modo di viaggiare cambierà per sempre?
Spero di no. Spero che tutto torni alla normalità il prima possibile.
Sono un inguaribile ottimista e credo che il 2021 sarà l’anno “0” del turismo, l’anno in cui si metteranno le basi per una rapida ripartenza.
Di sicuro la crisi ha spazzato e spazzerà via molte realtà ricettive, alberghiere ed extra alberghiere.
Come in natura solo chi si saprà adattare velocemente ai cambiamenti sopravviverà.
Credo che alla fine di questo tsunami economico, sanitario e sociale torneremo a sorridere e a viaggiare.
Il virus non potrà irretirci per sempre, anche perché citando lo scrittore polacco Ryszard Kapuściński esiste un solo virus, quello del viaggio.
“Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. I realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile”.
E Paolo Fox muto!
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Ci ri leggiamo lunedì!