Buon lunedì!
In questo blog tratto racconti, leggende e personaggi legati alla storia di Genova.
Oggi vorrei narrare una storia dai risvolti cupi, senza lieto fine.
Un racconto che ha come protagonisti la casa di una delle personalità più celebri della nostra città e speculatori e signori del cemento.
Sto parlando della demolizione della casa natale di Nicolò Paganini.
Tra tutte le angherie che la nostra città ha subito nel corso dei secoli, questa è sicuramente una delle più feroci e crudeli.
Una ferita recente che fa ancora male.
Ma andiamo per gradi…
Chi era Nicolò Paganini
Vista la fama ottenuta a livello mondiale, credo che non ci sia molto da aggiungere su Nicolò Paganini.
Scriverò comunque qualche riga per chi non lo conoscesse…
Nato a Genova il 27 ottobre del 1782 da una famiglia originaria di Carro, in provincia di La Spezia, si avvicina al mondo della musica grazie alla passione del padre che lo inizia al mandolino, facendogli prendere le prime lezioni.
In seguito, passa al violino, strumento con cui diventerà un tutt’uno.
Fin da subito mostra doti eccezionali e già dell’età di dodici anni inizia a sfoggiare il suo talento nelle chiese e nei teatri della Superba.
Studia da autodidatta, raggiungendo livelli di velocità e perfezione ineguagliabili che lo porteranno a essere riconosciuto come il miglior violinista dell’ottocento e uno dei maggiori esponenti della musica romantica.
In età adulta viaggerà per l’ Europa deliziando le platee del continente.
Muore il 27 maggio del 1840 a Nizza, consumato dalla tubercolosi e dalle cure dell’epoca a base di mercurio che peggiorarono la situazione sino a fargli perdere denti e voce.
Su Paganini ci sarebbero da dire moltissime cose e in futuro dedicherò un articolo per celebrare questo magnifico musicista, ma per il momento voglio concentrarmi egoisticamente su Genova e sul deturpamento storico e artistico che la nostra città ha subito a causa dei “signori del cemento” negli anni 70.
La casa in passo di Gattamora
Paganini nacque e visse, sino all’età di quattordici anni in Passo di Gattamora 38, un carruggio Vicino a via Madre di Dio, altra celebre strada scomparsa dietro al piano di modernizzazione cittadino.
La casa in stile rinascimentale presentava sulla facciata un’edicola risalente al primo ventennio del ‘600 ed una targa commissionata nella seconda metà dell’ottocento dal politico Anton Giulio Barrili che recitava:
«Alta ventura sortita in questo umile luogo
in questa casa
il giorno XXVII di ottobre dell’anno MDCCLXXXII nacque
a decoro di Genova a delizia del mondo
Nicolò Paganini
nella divina arte dei suoni insuperato maestro»
Lo scempio…
L’abitazione in Passo di Gattamora così come il quartiere di Via madre di Dio (a cheullia, in genovese, che deriva da via del Colle) vennero danneggiati a causa dei bombardamenti avvenuti durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1966 l’amministrazione comunale progettò un piano particolareggiato per la modernizzazione del sobborgo, con la realizzazione di un edificio in pietra rosa, progettato dal “brillante” architetto Marco Dasso, denominato “il centro dei liguri“.
La zona venne acquistata dalla società immobiliare San Gallo Spa, controllata dalla curia genovese.
Dopo un’aspra polemica tra chi spingeva per il restauro e chi muoveva per il rinnovamento, l’architetto Dasso decise per la demolizione totale del quartiere.
Il 3 luglio del 1969 la società Cemar srl iniziò i lavori di demolizione, lasciando inizialmente intatta, grazie alle proteste dei cittadini genovesi che presidiarono la zona, la facciata della casa con l’edicola del ‘600.
Il 13 settembre del 1971 si consuma l’ultimo indegno atto di vilipendio alla memoria di Paganini e di Genova.
Al calare della notte, con il favore delle tenebre, i muratori della Cemar, abbatterono la facciata a colpi di mazza e piccone.
La mattina del 14 settembre del 1971 fu un risveglio amaro per Genova. La Superba aveva definitivamente perso una parte della sua storia.
Cosa ci è rimasto…
Oltre all’ “orripilante” complesso di palazzi che tutti possono “ammirare” nei pressi di Piazza Dante, Via Fieschi e Via D’Annunzio, la cosa peggiore sono sicuramente i giardini Baltimora, soprannominati per la loro “bellezza”, giardini di plastica, una delle zone più degradate e brutte di Genova.
Si, perché non è bastato demolire un patrimonio artistico e storico inestimabile. Si è voluto anche costruire un obbrobrio architettonico.
Oggi i turisti sarebbero accorsi da tutto il mondo per vedere la casa del musicista, pagando anche un biglietto.
E invece possediamo edifici asettici, esteticamente imbarazzanti e una zona utilizzata dai giovani per feste, spaccio e promiscuità. Bene così.
La colonna infame
In passato si usava erigere una colonna infame per denunciare i traditori e i cospiratori.
Allo stesso modo, i cittadini del centro storico issarono nel 1981 una colonna infame per denunciare lo scempio avvenuto ai danni della nostra città.
Passeggiando tra Piazza Sarzano e via del Dragone è possibile notare una targa che recita:
“Male non Fare Paura non Avere”
1945 1981
A Vergogna dei viventi e a monito dei venturi come usava ai tempi della gloriosa Repubblica di Genova
Dedichiamo Questa Colonna Infame all’ avidità degli speculatori e alle colpevoli Debolezze dei reggitori della nostra città.
Con vandaliche distruzioni hanno cancellato tesori di arte e di storia eliminando Interi quartieri del centro storico marinaro ed artigiano deturpando per sempre la fisionomia della città fino all’Inaudito gesto di demolire la casa natale di Nicolò Paganini.
Essi hanno così disperso la popolazione di questi quartieri con l’Infame risultato di sradicare le fiere tradizioni che fecero Genova rispettata e potente.
I Genovesi dei quartieri della. “Marina”, “Via Madre di Dio”, “Via del Colle”, “Portoria”, “Sarzano e Ravecca”.
“Non ci Sarà Mai Più un Secondo Paganini”
Franz Liszt.
Curiosità
L’edicola presente sulla facciata della casa è stata “salvata” ed è conservata nel museo di Sant’Agostino.
La targa fatta realizzare dal Barrili, ritrovata in un magazzino è stata e ricollocata ai “Giardini di plastica”, dove sorgeva la casa. Accanto ad essa, nel 1992, l’amministrazione comunale ha posto un’altra targa che recita:
«Nel ricordo della demolizione dell’antico quartiere di
via Madre di Dio
in cui nacque Nicolò Paganini
la cittadinanza qui ricolloca la lapide recuperata
dalla demolizione della casa del celebre musicista
23 ottobre 1992»
Nel 2019 la targa ha subito atti vandalici. Non c’è limite al peggio…
Nel Novembre del 2004, grazie al contributo dell’associazione “Gli Amici di Paganini”, è stata inaugurata la nuova casa di Paganini, che nasce dal restauro del monastero di Santa Maria delle Grazie la Nuova, in Piazza Santa Maria in Passione sulla collina di Castello.
L’edificio è poi diventato il centro di internazionale di Eccellenza InfoMusLab, gestito dall’Università di Genova.
Con la demolizione della casa di Paganini e del quartiere di Via Madre di Dio Genova ha perso per sempre una parte della sua memoria storica.
In compenso però possiamo “goderci” i “giardini di plastica”, a testimoniare la mancanza di lungimiranza dell’amministrazione comunale.
Quello che fa più male è che la mia generazione non potrà mai vedere l’abitazione che ha dato i natali al grande musicista né la parte di città dentro cui era custodita.
In questo senso Paganini non replica…
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Ci ri leggiamo lunedì!
Stay tuned!
Essendo nato in Passo Gattamora al n° 48, dove ho abitato fino al 1963, non posso che condividere e apprezzare quanto riportato nel post di Emanuele. Il fatto denunciato segna indelebilmente la storia della nostra città, registrando una lacuna culturale (nel senso più ampio del termine) degna davvero della “Colonna infame”. Penso che non sarebbe del tutto inutile una ricostruzione della vicenda: ci sono aspetti la cui spiegazione costituirebbe un segnale di una sensibilità cittadina volta a salvare valori passati e presenti, comunque indispensabili per costruire un futuro migliore.
Ciao Vincenzo, sono pienamente d’accordo con te. È Fondamentale ricordare sempre gli errori del passato per non commetterne altri nel futuro. Inoltre è compito di noi cittadini di essere consapevoli del patrimonio storico e culturale che possediamo, questo cu permetterà di salvaguardarlo nel caso di qualche altra azione scellerata dell’amministrazione comunale.
La più grande vergogna di cui ben noti speculatori genovesi infersero alla città e a tutto il mondo che inorridi’ per tale crimine. Carlo Sciarretta.
Ciao Carlo, hai proprio ragione