Buon lunedì!
Due settimane fa, ho raccontato la storia della congiura dei Fieschi, una delle famiglie più potenti di Genova.
Se hai letto l’articolo o conosci la storia, saprai che dopo il fallimento della congiura e la morte dell’ideatore Gianluigi Fieschi, il fratello, Gerolamo Fieschi si era rifugiato nel castello di famiglia a Montoggio.
Devi sapere che domenica scorsa, nonostante il maltempo, sono andato in “gita” proprio a Montoggio a vedere le rovine del bastione…
Una bella passeggiata e soprattutto un’esperienza che consiglio agli appassionati di storia e natura.
Ecco qualche scatto del rudere:
Ma torniamo al nostro racconto…
Dopo la revoca dell’indulto, la Repubblica di Genova propose a Gerolamo Fieschi la resa incondizionata e l’abbandono del castello in cambio di 50.000 scudi.
L’assedio
Il rifiuto di quest’ultimo scatenò le ire di Genova che l’11 marzo del 1547 dette inizio all’assedio di una delle fortificazioni più impenetrabili della regione.
L’architetto militare milanese Giovanni Maria Olgiati posizionò le artiglierie in località Costa Rotta e in seguito in località Olmeto.
L’assedio durò tre mesi e nonostante le oltre dodicimila palle di cannone sparate non furono provocati danni considerevoli.
A porre fine alle ostilità fu il tradimento di un manipolo di mercenari al soldo dei Fieschi.
l’11 Giugno, i militari, stanchi e demoralizzati dalla mancanza di paga, fecero entrare all’interno del maniero un gruppo di soldati genovesi che costrinsero Gerolamo Fieschi alla resa.
La fine dei Fieschi e la distruzione del castello
Gerolamo Fieschi e i suoi uomini furono processati e giustiziati presso la Cappella di San Rocco il 12 Luglio.
Nel settembre dello stesso anno, il senato, su pressione di Andrea Doria, decretò la distruzione del castello.
A causa delle spesse mura, occorsero più di due anni agli artificieri per compiere il lavoro.
La distruzione del castello e la morte di Gerolamo chiusero definitivamente il capitolo legato alla congiura e decretarono la fine di una delle più potenti famiglie della storia genovese (nella foto lo stemma dei Fieschi).
Curiosità…
Le prime notizie sul castello risalgono al 1157, quando Papa Adriano IV confermava al vescovo di Tortona i beni appartenenti alla chiesa, tra cui, appunto, il castello di Montoggio.
Quello che oggi si presenta come un rudere era in realtà una delle fortificazione più inespugnabili del genovesato:
La fortezza era stata costruita sull’altura che sovrasta Montoggio, si sviluppava da est ad ovest. Su tre lati era protetta da pendii molto scoscesi.
Tra il XV e il XVI secolo venne rimodernata per resistere alle armi da fuoco.
Nel 1546, Gian Luigi Fieschi ordinò un potenziamento delle mura il cui spessore fu portato a 15 piedi (circa 4,46 metri) e la costruzione di altri torrioni.
L’accesso al castello era difeso da una fortificazione autonoma. All’interno del maniero si entrava nella piazza d’armi, uno spiazzo lungo 70 metri e largo 25, anch’esso fortificato.
A separare la piazza d’armi con la parte centrale del castello c’era un fossato.
Il castello vero e proprio era composto da una struttura a pianta quadrata di 40 metri per lato difesa da quattro torrioni agli angoli.
Al di sopra della cittadella (la parte centrale) si ergeva un mastio che ospitava gli spazi residenziali.
Tra le rovine del costello furono ritrovate numerosi Azulejo (nella foto una ricostruzione), piastrelle di origine spagnola diffuse in Liguria a partire dal 400′ ed utilizziate nelle residenze delle famiglie nobili genovesi.
Percorrere le rovine del castello è stato come fare un viaggio nella storia genovese.
Camminando tra i ruderi ho immaginato le scenario della battaglia per poi venire colto dalla malinconia per la distruzione di un tale capolavoro, vittima della cieca vendetta di Andra Doria…
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Ci rileggiamo lunedì!
Stay tuned!