Buon lunedì!
Due settimane fa ho scritto un articolo su “come aprire una casa vacanze“.
Oggi vorrei tornare sull’argomento e parlare delle differenze a livello fiscale che sussistono tra un’attività extra alberghiera imprenditoriale e non imprenditoriale.
Se hai letto i miei articoli (l’hai fatto vero?? non perché altrimenti mi arrabbio 😉), saprai che le tipologie di strutture ricettive sono molteplici: Appartamenti ammobiliati ad uso turistico (AAUT), affittacamere, Bed & Breakfast, case vacanza, ostelli, ecc., ecc..
Alcune di queste strutture possono essere gestite in forma non imprenditoriale (vedi AAUT), in entrambi i modi, o in forma imprenditoriale.
Le differenze tra la gestione imprenditoriale e non imprenditoriale sono molteplici. A cominciare dal’obbligo o meno di partita Iva, al periodo in cui si può affittare (inferiore ai 30 giorni, per l’attività non imprenditoriale), alla somministrazione di cibi, bevande, servizi essenziali, ecc..
Tuttavia, non è questo l’argomento che voglio trattare…
Oggi vediamo le differenze fiscali tra le due attività.
L’attività non imprenditoriale e la cedolare secca
Per l’attività non imprenditoriale, il discorso è abbastanza semplice. Non c’è obbligo di partita Iva e si adotterà il regime di cedolare secca al 21%.
Questo significa che pagherai il 21% del redditto guadagnato con il tuo immobile con la formula degli affitti brevi.
L’attività imprenditoriale
Per quanto riguarda l’attività imprenditoriale, il discorso è più complesso.
Con la partita Iva avrai la possibilità di adottare un regime fiscale, il regime forfettario e un codice che identificherà la tua attività: il codice ATECO.
Per “alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni”, il codice è 55.20.
Per essere pignoli, il codice per affittacamere, case vacanza e bnb è 55.20.51.
Il regime forfettario
Non posso dilungarmi troppo sul regime forfettario. Sarebbe opportuno rivolgersi ad un commercialista. Inoltre, lo spazio è poco e la soglia di attenzione del lettore medio non ispira molta fiducia (ovviamente non sto parlando di te…)
In sintesi, di si tratta di un regime fiscale agevolato, che garantisce un’aliquota del 5% sul redditto imponibile, per i primi 5 anni, per chi apre una nuova attività, che diventa del 15%, dopo 5 anni, restando comunque molto conveniente.
Sai che cosa sono il reddito imponibile e l’aliquota, vero? spero di si, perché questo non è un corso di economia…
A patto che si rientri nei requisiti per adottare questo tipo di regime, il forfettario dispone di un coefficiente di redditività, ovvero una percentuale applicata agli incassi, per ottenere il reddito imponibile, sul quale saranno calcolati l’imposta sostitutiva e i contributi da pagare.
Per le attività con codice Ateco 55.20.51 (quelle che ci interessano) il coefficiente di redditività è del 40%.
Questo significa che per ottenere il nostro reddito imponibile dovremo calcolare a quanto ammonta il 40% dei nostri ricavi.
Scusa Ema, ma non ho capito un caxxo di quello che hai scritto…
Ok, riproviamo…
Supponiamo di aver incassato 20.000 euro, nel corso del 2019, dalla nostra attività extra alberghiera.
Ora, otteniamo il reddito imponibile lordo, calcolando il 40% dei nostri ricavi, i 20.000 euro incassati.
Il 40% di 20.000 è 8000 (20.000 x 40: 100: 8000).
Il nostro reddito imponibile lordo è di 8000 euro.
Ma perché si tratta di reddito lordo??
Si parla di reddito lordo perché a questa cifra (8000 euro) dovremmo togliere i contributi INPS pagati durante l’anno (si, come saprai meglio di me, aprendo partita Iva, occorre versare in contributi…)
Calcolare i contributi Inps
Anche in questo caso, non mi addentrerò nella spiegazione.
Ti basta solo sapere che nel nostro caso, i contributi si calcolano applicando l’aliquota del 24,09% al reddito imponibile lordo.
Supponiamo di aver pagato 3000 euro di contributi nel 2019…
Il nostro reddito imponibile netto sarà di 5000 euro, ovvero:
reddito imponibile lordo 8000 – contributi INPS 3000: 5000 euro
Ai 5000 euro del reddito imponibile netto, dovremmo applicare l’aliquota del regime forfettario del 15% (o del 5% nel caso di aliquota ridotta).
Il risultato, 750 euro sarà l’imposta sostitutiva (5000 x 15: 100: 750), ovvero le famigerate tasse da pagare.
Ps: queste cifre sono pura fantasia…non si è mai visto un contribuente che paga così poco ;)…
That’s it…
Continuo a non capirci niente Ema…
Riassumendo:
- attività non imprenditoriale: si paga la cedolare secca del 21% sul reddito da locazione:
- attività imprenditoriale: il reddito imponibile netto è calcolato sul 40% dei ricavi, meno i contributi Inps. A questa cifra si applica l’aliquota del 15% (o del 5%).
Capisco bene che si tratta di un argomento complesso, ed è per questo che esistono i commercialisti, a cui ti consiglio di chiedere sempre un parere in merito.
Spero che questo articolo possa esserti d’aiuto, nel caso, ti invito a mettere un like alla pagina Facebook “Gli Appartamenti di Ema“.
Noi ci ri leggiamo lunedì!
Stay tuned!