Buon Lunedì!
Oggi vorrei tornare a parlare un pò di turismo, analizzare qualche dato sulla crisi da Covid 19, vedere cosa si sta muovendo e cosa ci aspetterà quest’estate.
Durante questa quarantena ho provato a fare ricerche, analizzare ed ipotizzare, anche attraverso interviste a esperti del settore come Massimo Barbato e Domenico Palladino, quello che sarà il turismo del futuro.
Ora che le misure restrittive si stanno riducendo verso un progressivo ritorno alla normalità (fare le corna è d’obbligo), cerchiamo di analizzare come sarà la stagione estiva.
La paura…
Mentre sto scrivendo queste righe ho appena ricevuto una cancellazione da parte di una coppia di turisti tedeschi. Il motivo? Sempre il solito: “the fucking” Corona Virus…
A mio avviso, a preoccupare non è tanto l’epidemia in sè (che comunque, facendo tutti gli scongiuri del caso, sta diminuendo la propria capacità di colpire), quanto la paura che questa ha lasciato nell’animo del viaggiatore.
Un parere condiviso dai più, è quello secondo cui il turismo tornerà a funzionare a pieno regime quando chi viaggerà si sentirà più sicuro.
Ma quando la gente si sentirà più sicura??
Una domanda a cui rispondere non è facile.
Probabilmente l’arrivo di un vaccino rasserenerà un pò gli animi, ma sarà sufficiente??
Ai posteri l’ardua sentenza.
Nel frattempo vediamo di quantificare il danno che il Covid ha prodotto.
Le cifre del disastro
Sappiamo bene che il turismo è uno dei pilastri del’economia del nostro paese.
Secondo un rapporto dell’Istat, si parla di un settore che vale 25,6 miliardi di Euro l’anno.
Con i suoi 183 mila esercizi extra alberghieri e 33 mila alberghieri, l’Italia è il paese con la maggiore capacità ricettiva d’Europa.
Il Covid 19 ha allontanato 81 milioni di visitatori. Circa il 18% del totale annuale.
Senza Covid e lockdown, avremmo registrato circa il 23% di arrivi di turisti stranieri che avrebbero speso più o meno circa 9,4 miliardi di euro.
E invece, nulla.
E adesso che accadrà??
Tutti si interrogano su come sarà il turismo post covid.
Come sarà il modo di viaggiare? costerà di più? sarà la fine dei viaggi di gruppo? si tornerà ad un turismo in stile anni 50′?
Sicuramente le misure previste dai protocolli sanitari avranno forti ripercussioni sul modo di viaggiare.
Sanificazione dei locali, distanziamento sociale e paura sono solo alcuni degli aspetti da prendere in considerazione come fattori che condizionamento a livello di costi e comportamenti.
Ma proviamo a fare qualche previsione servendoci di qualche dato.
Secondo l’Agenzia Nazionale del Turismo (Enit), il nostro paese perderà 31 milioni di turisti stranieri, il 49%, rispetto al 2019 e si tornerà a livelli “pre Covid” solo nel 2023.
Anche il sito d’indagini di mercato Demoskopika, prevede che poco più della metà degli italiani, il 51% andrà in vacanza, optando per soluzioni ritenute più “sicure”, come Appartamenti presi in affitto (18,9%), seconde case (17,4%), o ospiti di parenti o amici (5,2%).
Una scenario non troppo entusiasmante.
Il bicchiere mezzo pieno…
Dopo questa carrellata di cifre non proprio positive, cerchiamo di trovare qualche buona notizia.
In effetti qualcosa si sta muovendo…
A partire dal 15 Giugno, sono stati attivati voli e collegamenti con 12 paesi europei: collegamenti con Germania, Svizzera, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Lussemburgo, Bulgaria, Grecia, Paesi Bassi, Bielorussia e Croazia.
Il 16 Giugno, anche L’Austria ha riaperto i confini del Brennero.
Aeroporti come Fiumicino, Malpensa e Cianpino, sono tornati perfettamente operativi e (pandemia a parte) la situazione può solo migliorare.
Inoltre, le regole per chi viaggia saranno meno restrittive del previsto.
Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, non ci sarà l’auspicato distanziamento sociale. Le compagnie aeree avranno la possibilità di vendere tutti i posti (e questo dovrebbe impedire il pesante incremento dei costi previsto inizialmente), con l’obbligo di rinnovare l’aria ogni 3 minuti, irrorando l’ambiente con flussi verticali dotati di filtri..
Il mio pensiero…
Pensare di tornare ai flussi del 2019 per il momento è irrealistico. Ci potrà volere davvero più di qualche anno.
A costo di sembrare impopolare, non credo però che questa situazione sia solo negativa.
Penso che il nostro settore continuerà a lavorare, magari in maniera diversa.
Probabilmente, per un pò avremo meno stranieri, meno turisti con lo “zaino in spalla” e più lavoratori in cerca di un soggiorno breve.
Credo che sarà anche l’occasione per fare un pò di pulizia nel mercato dell’offerta…
Come riportato, siamo il paese con la più alta capacità ricettiva d’Europa, e con il boom di Airbnb, abbiamo visto il proliferare di persone più o meno improvvisate che hanno impoverito il mercato con offerte di qualità scadente.
Nei prossimi anni, con un inevitabile calo della domanda, solo chi offrirà maggiore qualità e professionalità nella propria proposta potrà superare indenne questo momento.
Dall’altro lato mi aspetto che le istituzioni, soprattutto le regioni, facciano i salti mortali per valorizzare il territorio, riportando un turismo sostenibile.
In conclusione, penso che questo sarà un periodo di crescita per il settore turistico, con un miglioramento dell’offerta e la scomparsa di chi fa questo lavoro senza passione.
Credo che ne usciremo più forti di prima, a patto di tenere duro nei prossimi mesi e non andare “ko” alla prima difficoltà, proprio come diceva il grande Rocky Balboa 😉
Né io, né tu, nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti… così sei un vincente!
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Noi ci ri leggiamo lunedì.
Stay tuned!
Fonti:
Istat. Una stagione mancata: l’impatto del Covid sul turismo
Il Sole 24 Ore. Turismo, prove di ripartenza: attivati voli con 12 paesi europei.
Il Sole 24 Ore, L’Italia perde 31 milioni di turisti stranieri, mancano incentivi.